Dettaglio

14/02/2012

Territorio d’arrampica in Val Gardena - Nuovo tour al Meisules dala Biesces

di Ivo Rabanser

Vento da nord. Il vento freddo ci soffiava nelle orecchie. Un’infrenabile curiosità ci trascinava verso la parete nonostante le condizioni avverse. Dopotutto era proprio audace tentare una salita con queste condizioni meteo! Erano passati solo un paio di mesi, da quando Adam Holzknecht ed io avevamo fatto due avanzate alla parete sudovest del Meisules dala Biesces.

Il nostro obbiettivo era esplorare la linea per la sospensione gialla. Già nell’autunno dell’anno scorso eravamo arrivati fino a sotto lo spalto a strapiombo a mezz’altezza della parete. In quell’occasione Adam aveva risalito alcuni tiri di corda molto impegnativi. Solo attaccandosi a piccolissimi buchi era riuscito a tirarsi su prudentemente e sovranamente verso il nulla. Sono stato profondamente sbalordito da quella Sua abilità di scalatore!
Nell’ultimo tratto della via ripide lastre riservano una scelta di scalate assai eleganti! Nella zona gialla della parete la situazione si faceva sempre più seria. Lì si trattava di mettere da parte la vista quasi brutale del vuoto e di accettare la sfida selvaggia di una prima scalata e di scalare nell’incerto. Nella stagione invernale quando ero in giro con gli sci sulle piste del Plan de Gralba sempre adocchiavo con molta curiosità in quella parte grigio-giallastra. Finalmente era arrivata l’ora! Eravamo fervidi di riaffrontare il nostro piano delle vie nuove e di concluderlo. Così eravamo nuovamente ai piedi della parete. Ci era ben presto chiaro che non si riusciva a fare niente con un vento da nord talmente forte. Non ci aiutavano neanche un’aggiuntiva giacca di pile e nemmeno una giacca a vento. Non ci restava altro che andare in ritirata. E così scorrevamo giù lungo la doppia cordata lungo la parete verticale, passando vicino a tutti quei punti lungo i quali ci eravamo arrampicati così pieni di aspettativa.
Avevamo però l’intenzione di ritornare per conquistare la via ancora incompiuta. Il nostro entusiasmo e la fiducia in noi stessi erano più forti dell’intelletto che lì sopra potessero forse celarsi difficoltà ancora maggiori da affrontare.
Territorio d’arrampicata in Val Gardena. Meisules dala Biesces è una massiccia spalla di roccia nella parte ovest del massiccio del Sella, la quale costituisce la base delle torri del Murfreid e che discende con ingenti pareti direttamente verso la strada del passo. A partire dalla metà degli anni ottanta sono state esplorate una serie di vie nuove lungo queste lastre compatte. Una nuova generazione di scalatori gardenesi aveva trovato qui il loro territorio, il quale era facilmente raggiungibile dalla valle, perché queste pareti calcaree permettevano azioni audaci e veloci. La mobilità a quei tempi rappresentava un problema serio per i giovani che non avevano alcun mezzo motorizzato a loro disposizione.
In Val Gardena l’arrampicata aveva già vissuto un importante rilancio. Diversi ragazzi – in parte ancora in età scolastica – investono tutta la loro energia ed entusiasmo nell’arrampicata dove ogni ora libera veniva vissuta nelle pareti. Oltre a ciò la scalata libera alpina nelle Dolomiti assisté un nuova ondata. Era in corso un’atmosfera di cambiamento e l’arrampicata veniva adesso avvertita come una sfida giocosa, in contrasto all’ambiente eroico delle precedenti generazioni. L’impegno personale di Reinhold Messner per il ricordo e per un naturale confronto con la materia roccia aveva influenzato enormemente quest’ondata d’entusiasmo.
Questo gioco emozionante si costituiva nell’autoimposizione di regole e mirava all’attuazione di audaci prime ascensioni con scarso ausilio di ganci possibilmente nel minor tempo possibile. Ed il parco giochi preferito per questa attività creativa per noi giovani gardenesi erano diventate le pareti calcaree del Meisules dala Biesces.
La consapevolezza con la quale veniva adottato lo stile nuovo nelle ripide pareti equivaleva ad una comune ed eroica atmosfera di carattere temporalesco ed impulsivo. I sogni di tutti questi ragazzi non erano destinati ad una ragazza o forse alla carriera, ma bensì alla parete sud della Marmolada, alla parete nord-ovest del Civetta o alle tre cime! Materia morta, ma con il misterioso potere di mettere le ali al proprio mondo interiore e di trasmettere particolari momenti di felicità. Una felicità, che come giovane scalatore con grandi ambizioni non si poteva ne comprare ne trovare da qualche altra parte. In ogni modo ci colmava completamente l’avventuroso essere in giro nella ripida parete. Forese anche perché azione, esperienza e sapere vi confluivano.
L’esplorazione alpina delle pareti a strapiombo nel Meisules dala Biesces è iniziata negli anni trenta, quando la guida alpina gardenese Ferdinand Glück assieme alla sua cliente Hulda Tutino-Steel oltrepassarono quella marcante crepa a forma di Y sulla parte ovest. Solo dagli anni ottanta l’interesse per queste meravigliose lastre divenne più notevole. Gregor Demetz, più tardi Adam Holzknecht e Karl Vinatzer diventarono gli attori principali dell’evento. È stato poi Roland Mittersteiner, un talento d’eccezione altoatesino, il quale tramite due vie estremamente impegnative nel 1990 raggiunse la punta di difficoltà scalatorie in queste pareti.
L’accesso: Una settimana dopo anche Adam Holzknecht ed io ci attaccammo nuovamente alla parete. Ci arrampicammo su terreno famigliare fino all’ultimo punto d’inversione. Alcune scaglie di notevole grandezza aderivano alla parete gialla ed obbligavano alla prudenza. A seguirlo riuscii poi a staccarli con il martello e mi spaventai meccanicamente quando i frammenti di roccia tuonarono in profondità. Per un istante mi è venuta presente la vertiginosa profondità della voragine. Adesso la parete sopra di noi si inarcava in avanti a strapiombo. Alcuni ganci del nostro ultimo tentativo, poi Adam metteva piede su terra nuova. Adesso ero ansioso di sapere come questa barriera di roccia anormale potesse essere vinta. Ero nuovamente impressionato dall’artisticità di Adam! Con il suo tipico modo di appigliarsi e divaricando ampiamente le gambe, si arrampicava in salita a ritmo sostenuto. Ogni movimento era ponderato ed equilibrato, tutto riusciva con assoluta superiorità. Questa era un’evidente lezione in tema d’arrampicata libera! E con ammirazione constatai che un tale livello era nascosto solo in atleti particolarmente dotati. Un breve rovescio ci sopraggiunse quando ci affanavammo nella fenditura d’uscita ed improvvisamente le rocce si allungarono all’indiertro. Nel tardo pomeriggio risalimmo sul pianeggiante prato della vetta, la quale già così sovente ha offerto la fine in gloria di un’arrampicata riuscita. Placata la cocente sete d’impresa, si può qui far volare completamente l’anima ed interiorizzare in se lo straordinario panorama. L’attrazione di un’impresa scelta da se stessi si era nuovamente risolta.
“Placet experiri” pensai, mente il mio sguardo vagava via sopra la valle e le sensazioni vissute facevano effetto su di me. È piacevole mettere in campo degli esperimenti. È qui che ho potuto dare sfogo alle mie prime ambizioni di nuovi percorsi ed intanto era passato quasi un quarto di secolo. È stato un periodo fantastico! Adesso però una fase stava volgendo alla fine poiché secondo la mia sensazione e gusto le possibili linee logistiche alle pareti del Meisiules dala Biesces erano esaurite.
Con questo sentimento di compimento si insediò anche un vuoto interiore. Ed istintivamente andai alla ricerca di nuovi obiettivi…

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