Dettaglio

18/05/2012

Cansla

di Manfred Stuffer

Racconto scritto nel 1989. Da leggere con il sorriso sotto i baffi...

Finalmente una splendida giornata. Tutto il mese d'agosto il tempo era stato instabile, ma adesso le previsioni meteorologiche si volgevano al bello; era ora di recuperare il tempo perduto. Una breve sfogliatina all'elenco telefonico e trovai subito la persona adatta: Simon sarebbe sicuramente stato entusiasta di venire a fare qualche tiro sul "Traumpfeiler". Un colpo di telefono bastò a distrarlo dal suo lavoro e a convincerlo ad accompagnarmi in un fiabesco pomeriggio di arrampicata.


«Vengo subito!» rispose; riattaccò e dieci minuti più tardi passò a prendermi. Dopo un breve tragitto in auto raggiungemmo velocemente la nostra mete, che distava ben poco dalle nostre case.


Pochi minuti di cammino bastarono per arrivare ai piedi della parete, dove una sorta di sentiero attrezzato conduceva agli attacchi di tutte le vie. Molti arrampicatori di paesi vicini erano già in azione, ciononostante c'erano ancora abbastanza itinerari liberi da offrire l'imbarazzo della scelta. Dopo una breve discussione, Simon ed io decidemmo di salire "L Tamburdl", quattro lunghezze su placche a non finire. Un paio di ballerine, un'imbragatura, una decina di rinvii e l'ormai indispensabile "polvere magica" bastavano per avventurarsi in un infinito paradiso verticale.


II sole batteva impetuoso sulle nostre schiene e trasformava l'arrampicata in un divertente gioco che ci faceva ritornare alla nostra infanzia. Velocemente superammo il primo tiro, una sottile lama che quasi si sgretolava fra le nostre mani e che sembrava volesse aprirsi come una grande porta sotto la pressione dei nostri corpi. Un vuoto impressionante tra lama e parete faceva risuonare il tutto come un tamburo (che è il significato del nome ladino della via). Scalammo sempre più in alto, non stancandoci mai di appigliarci a quei piccoli buchetti che ci permettevano di progredire come in una "danza verticale". Intanto, molte autovetture si erano fermate al parcheggio, e la gente si affrettava a
tirar fuori il cannocchiale per osservare più da vicino quei "temerari avventurieri che si attaccavano come dei ragni ai vertiginosi strapiombi della montagna".

Lassù, in mezzo alle grigie placche dolomitiche, il tempo rimaneva fermo e i piccoli istanti di gioia erano interminabili. Avvicinandoci al tiro chiave, l'ultimo, la mia scioltezza si tramutava in una debole tensione, in una paura di sbagliare, di cadere, di non riuscire a superare una difficoltà, il 7b, che rappresentava quasi il massimo delle mie capacità. Respirai a fondo un paio di volte, per ritornare in uno stato di calma e concentrazione, e partii.

Dopo una serie di movimenti di difficile intuizione mi trovai di fronte al passaggio determinante: qualche lungo bloccaggio e un buon uso dei piedi erano la chiave del problema. Non ricordavo più nulla della salita precedente, ma riuscii ad improvvisare bene la mia parte e con un grido di gioia toccai la catena della sosta.


Mentre ci calavamo il sole tramontava e il rosso orizzonte diffondeva il suo colore fino sopra di noi, per poi trasformarsi in una fitta oscurità che poneva fine al nostro sogno diventato realtà. Col calare della notte tornavano silenzio e tranquillità, restituendoci momenti indimenticabili in un ambiente apparentemente incontaminato. Ci ritrovammo tutti in un bar, a Ortisei. Passammo la serata discutendo di etica alpinistica, informandoci a vicenda circa le recenti imprese dei "top dimbers" internazionali, fantasticando di progetti più o meno realizzabili e commentando con entusiasmo le nostre ultime ascensioni.

 Ognuno era pieno di vita, pronto a dare il massimo di se stesso per riuscire a tagliare il proprio traguardo. Nessuno di noi arrampicava a tempo pieno, eppure alcuni avevano lo stesso raggiunto livelli molto alti, sia nell'arrampicata alpina che in quella sportiva. Mi rendevo con¬to che io, e tutti gli altri, avremmo potuto dare ancora di più, se solo avessimo avuto l'opportunità di provare vie sempre più difficili. Più ci pensavo e più capivo che il mio simbolico traguardo non era poi neanche cosi lontano, che avrei potuto realizzare il mio sogno a "Cansla", dove le possibilità di chiodare nuovi itinerari erano ancora tutte da sfruttare. Alzatomi, desideroso di aprire nuovi orizzonti, telefonai subito al mio amico Karl: "Ciao, ho bisogno di trapano e spit...".

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Cenni storici:
Quando le classiche vie del Piz Ciavazes e di tutto il Gruppo del Sella erano affollate, gli alpinisti gardenesi non se ne stavano con le mani in mano ad aspettare la stagione fredda; muniti di cannocchiale, giravano intorno al Sella col naso per aria in cerca di pareti inesplorate e di nuove linee di ascensione. Questa voglia di scoprire nuove emozioni e specialmente nuovi itinerari, naturale per giovani rocciatori, spinse Stefan Stuflesser e Gregor Demetz, entrambi di Ortisei, ad esplorare la parete ovest del Meisules dla Biesces, dove spittarono nel 1983 le prime vie su una liscia placca che chiamarono "Snoopy". Erano i primi itinerari di quel genere - corti, sicuri e difficili - e con essi nasceva una nuova era nelle Dolomiti di Sella: quella dell'arrampicata sportiva.
Superate le difficoltà di questa breve paretina, allora apparentemente insuperabili, il solito Stefan e Carlo Großrubatscher spostarono più a sud il centro dei loro interessi, dove un anno dopo chiodarono dall'alto la via "Traumpfeiler", la classica che diede il nome all'omonimo "Pilastro dei Sogni".
Bisogna tenere presente che, fino al 1983, non erano praticamente mai stati utilizzati spit in senso moderno. Per l'alpinismo della Val Gardena - e non solo - il modo di attrezzare queste nuove vie rappresentava una nuova visione dell'alpinismo ed un'espansione degli orizzonti. Lo spit, comunque, in Dolomiti è da allora sempre stato al centro di discussioni e polemiche e lo è ancora oggi. Vedi trattato sulla chiodatura in Dolomiti.


Nel 1985 venne attrezzato ancora un nuovo settore a destra del pilastro, la placca "Woodstock", e da allora i lavori nel settore di "Cansla" diventarono sempre piu frequenti, in modo da permettere lo sviluppo di un vero e proprio centro di arrampicata sportiva. I giovani arrampicatori aderenti al gruppo alpinistico della Val Gardena GAG (Grupa Alpinistc Gherdeina), tra cui c'erano S. Demetz, K. Vinatzer, S. Oberbacher, Manfred Stuffer ed Adam Holzknecht, moltiplicarono le possibilità di ascensione portando il numero di tiri a "Cansla" ad oltre novanta. Gli itinerari si svolgono per la maggiore su placche, ma in parte anche su parete leggermente strapiombante.
La via più difficile della falesia è "Furia, 8a+". Il grande tetto sulla sinistra del pilastro fu liberato nel 1990 dal gardenese Manfred Stuffer e, fino ad ora (2010), non sono note ripetizioni.

Come arrivare:
Da Selva di Val Gardena si sale per la strada che porta ai Passi Sella e Gardena.
Arrivati al bivio che divide le due strade, si continua in direzione del Passo Sella per circa 300 metri fino ad un grande parcheggio; tutti i settori della palestra sono ora raggiungibili a piedi in pochi minuti.

Panoramica:
Dal parcheggio è ben visibile la parete ovest del Meisules dla Biesces, la quale nella sua parte di sinistra è caratterizzata da un insieme di placche grigie, mentre nella parte destra prevale roccia gialla e friabile. A destra, sotto questo muro giallo, si trova il Traumpfeiler (Pilastro dei sogni), ancora a destra di esso una cascata solca il suo percorso attraverso rocce facili ed appoggiate.
Dal parcheggio, un sentiero porta, a ridosso del letto del torrente, fino ai piedi del pilastro; proseguendo a sinistra, cioè verso nord, sotto la grande parete ovest, si giunge dopo circa 150 metri alla placca "Snoopy", la quale è delimitata a sinistra da una vistosa lama. Ai lati della cascata, che nei mesi caldi si prosciuga, si trovano due placche con una decina di vie intorno al 6a. Da qui, camminando lungo un sentiero verso destra, ci si innalza fino alla placca "Woodstock".

Periodo ideale:
Si arrampica da maggio a ottobre, a seconda delle condizioni meteo e della neve... I mesi migliori sono comunque luglio, agosto e settembre.

Esposizione:
Tutti i settori sono rivolti verso ovest con sole da mezzogiorno al tramonto. In piena estate è bello arrampicare la sera.

Informazioni generali:
In tutti i settori prevalgono le placche di dolomia grigia, più o meno appoggiate. Tutte le vie sono attrezzate a spit o fittoni resinati, così come lo sono le soste. È generalmente sufficiente una corda di 50 metri, anche per le discese in doppia. Di solito bastano 10 rinvii per tiro (le eccezioni sono indicate).

Le vie:

Il Pilastro dei Sogni "Traumpfeiler":
Le vie furono tutte, ad eccezione di "Paß au Popo", chiodate dall'alto. Quasi tutti i tiri hanno una lunghezza che non supera i 25 metri e quindi le discese avvengono in doppia sulle soste di salita (corda 50 metri).
Attenzione: Gli attacchi delle vie si trovano a parecchi metri da terra! È quindi opportuno autoassicurarsi!!

1) "Paß au Popo": È l'unica via della palestra che fu chiodata dal basso. Nel secondo tiro non possono guastare forza e un po' di fortuna (S. Demetz e S. Oberbacher nel 1988). 1° tiro: placca, 6b+, 20 m; 2° tiro: muro strapiombante, 6c+, 25 m


2) "Sech o nia": Bella linea in parete gialla, più ripida del "solito" Pilastro dei Sogni. 1° tiro: muro strapiombante, 7c, 22 m, 2° tiro:7c, 22 m


3) "Tu dai": Tecnicamente impegnativo. 1° tiro: 8a (22 m)


4) "Kante": La via più difficile della falesia che supera l'evidente tetto (attrezzata da A. Holzknecht, 1988. Nel 1990 Manfred Stuffer concatenò i primi due tiri, battezzandoli "Furia" e salendo uno dei primi 8a+ delle Dolomiti. Il tiro è molto probabilmente tutt'ora irripetuto. 1° e 2° tiro: (Furia) 6b e 8a+, 3° tiro: spigolo, 7c, 25 m), 4° tiro: placca, 6c, 20 m


5) "L Giaron": Tiro interessante ma leggermente friabile su roccia gialla in parte strapiombante. (Manfred Stuffer e K. Vinatzer nel 1989). 1° tiro: placca e strapiombo, 7a, 25 m


6) "Loß di foll'n": Con una discreta resistenza sono superabili i primi 35 metri strapiombanti, mentre una buona dose di forza conduce oltre il tetto; per finire, l'ultimo tiro offre ancora la possibilità di alcuni delicati movimenti su placca; il tutto si aggira attorno al 7b: un cocktail ben riuscito! Attenzione: dopo il secondo tiro una ritirata risulta problematica. Si consiglia di proseguire sino alla fine dell'itinerario per poi calarsi lungo la via "Amoklauf", oppure di scendere per 5-6 metri, pendolando verso sinistra, fino alla sottostante catena di "Kante", dalla quale ci si cala fino alla corda d'acciaio (A Holzknecht, 1986). 1° tiro: strapiombo, 7b+, 35 m; 2° tiro: tetto, 7b, 15 m; 3° tiro: placca, 7b+, 20 m


7) "Amoklauf": II passaggio chiave si trova nel secondo tiro e richiede del buon intuito, la mescola adatta ai piedi e... dita ben riscaldate! (A. Holzknecht, 1986). 1° tiro: tratto erboso e placca, 6a+, 25 m; 2° tiro: placca, 7b, 20 m; 3° tiro: placca verticale, 6c, 12 m; 4° tiro: placca, 6c+, 25 m; 5° tiro: placca verticale, 6c+, 25 m


8) "Odeon": Percorso molto bello su roccia come sempre stupenda. Inizia con un piccolo strapiombo da affrontare con tecnica e non con forza e si sviluppa poi per altri 50 metri sulle solite placche che però non annoiano mai. Boulderino nel secondo tiro...(S. Demetz, 1988). 1° tiro: placca strapiombante, 7a, 25 m; 2° tiro: placca, 7b, 25 m; 3° tiro: placca, 7a, 25 m


9) "Traumschiff": Sei tiri di corda conducono fino al punto più alto del pilastro. Placche a non finire, lavorate e "scolpite" come fatte apposta per arrampicare, non finiscono mai di stupire chi riesce a trovare soddisfazione in movimenti sciolti ed eleganti che assomigliano a un balletto svolto su di un paradiso verticale. (S. Demetz e K. Vinatzer, 1986). 1° tiro: placche, 6c, 25 m; 2° tiro: placca, 7a, 25 m; 3° tiro: placca, 6c, 25 m; 4°. tiro: placca, 6c+, 25 m; 5° tiro: placca verticale, 7a, 25 m; 6° tiro: placca verticale, 6c, 25 m


9A. "Traumvariante":È la variante (spit neri) al terzo tiro della via Traumschiff. Da non perdere! (A. Holzknecht, 1987). Si tratta di un unico tiro su placca (25 m), difficoltà di 7a.


10) "Benny Hill": Dopo lo strapiombo iniziale seguono 25 metri su una facile ma stupenda placca che conduce al tiro chiave il quale presenta alcuni movimenti poco intuitivi (S. Demetz e Manfred Stuffer. 1988). 1° tiro: placca e strapiombo, 6c, 25 m; 2° tiro: placca, 6b, 25 m; 3° tiro: placca, 7b, 25 m


11) "Traumpfeiler": La via classica che ha dato il nome al pilastro (dei sogni). Difficile il secondo tiro per un passaggio di aderenza molto tecnico e delicato, bellissimo e continuo il quarto su di una placca verticale superabile da sinistra verso destra. (S. Stuflesser e Carlo Großrubatscher, 1984). 1° tiro: tratto erboso, placca, 6a+, 25 m; 2° tiro: placca,7a, 25 m; 3° tiro: placca, 6b+, 25 m; 4° tiro: placca verticale, 7a, 25 m


12) "L Julon": Placca impressionante con runout piuttosto lunghi! (Manfred Stuffer, 1991). 1° tiro: erboso, 6a, 20 m, 2° tiro: placca, 7c, 25 m, 3° tiro: 7a+ (attenzione: 35 m!), 4. tiro: verticale, 7b, 25 m


13) "Tamburdl": Bellissima lama staccata nel primo tiro! Dopo, le solite placche... (S. Oberbacher, I. Prinoth, 1989). 1°tiro: lama, 6a+, 25 m, 2° tiro: placca, 6c+, 25 m, 3° tiro: placca verticale, 6c, 25 m


13A. "Tamburin": Variante pepata al primo tiro di "Tamburdl". (H. Schmalzl). 1° tiro: placca, 7b+, 28 m


14) "Charly Brown" Presenta alcuni movimenti molto tecnici di non facile intuizione. (S. Stuflesser, 1989). 1° tiro: placca, 6c, 28 m; 2° tiro: placca, 7b+, 20 m


15) "Spruel": Da non perdere le prime due lunghezze! (S. Demetz, 1989). 1° tiro: placca, 7b, 20 m; 2° tiro: placca, 7a, 20 m; 3° tiro: passaggio su placca, 7a+, 22 m


16) "Sufladressa": II primo tiro, corto ma sostenuto fino alla catena, permette movimenti molto estetici su buchetti in parte svasati. (Manfred Stuffer, 1989). 1° tiro: placca, 7b, 18 m; 2° tiro: placca, 6c, 18 m; 3° tiro: placche e "pancette", 7b, 22 m


17) "Steila da Mont": Il passaggio chiave del primo tiro può essere evitato sulla destra. (Manfred Stuffer, 1989). 1° tiro: placca, 7b, 26 m(12 rinvii); 2° tiro: placca, 6c, 22 m


18) "Halloween": Questo singolo tiro di corda si trova oltre la fine della fune d'acciaio. Attenzione...! (Manfred Stuffer, 1991). 1°tiro: placca, 6c+, 25 m.

Placca a destra della cascata:
Per le difficoltà, che girano intorno al 6a, la placca si rivela interessante anche per climber "meno esperti" e per tentare un primo approccio con le caratteristiche fondamentali della roccia nella zona. Per causa della cascata la roccia è levigata e "limata".

Gli itinerari:
1. Pisciadoi (6a, 18 m)
2. Vie cun me (6a, 18 m)
3. Cun te (6a, 18 m)
4. No zeder (6a, 15m)
5.Tobai(6b, 20m)
6. Solandra (6b+, 20 m)

Placca a sinistra della cascata
Questo settore è situato immediatamente alla sinistra della cascata. Le vie sono state attrezzate da Gregor Demetz e le loro difficoltà raggiungono il 6a. Quando il sovrastante pilastro è affollato c'è il pericolo di caduta sassi.
Gli itinerari:
1. senza nome (5b, 20 m)
2. La Bela (6a, 20 m)
3. La Ria (6a+, 20 m)
4. La Ncompra (6a, 20 m)
5. La Saurida (5+, 20m)

Placca "Woodstock"
Monotiri corti e tecnicamente difficili fino al 7b.
Gli itinerari:
1. Nia Mal (7a, 10 m)
2. L Var (7a+, 10 m)
3. Schweizer Kas (6b+, 10 m)
4. Te ies nia mal (6c+, 10 m)
5. Tre Tre (6c, 8 m)
6. Woodstock (6c, 8 m)
7. Nianca bon (6b, 8 m)
8. HMN-Pudding (7b, 15 m)
9. HMN-Creme caramel (6b, 13 m)
10. Variante Proa me (6c, 12 m)
11. Proa me (6c, 12 m)
12. L Cianton (6b, 28 m, circa 15 m a destra di "Proa me")
13. Schirlata (6b, 24 m)
14. L giat y la volp (6a, 20 m)
14A. L giat y la volp plus (6c, + 9 m, 13 rinvii)

Settore a destra di "Woodstock":
Placche appoggiate superabili con tecnica raffinata, anche di aderenza.
Gli itinerari:
15. La biescia (6c+, 15 m)
16. Aluminium (6b, 15 m)
17. L Rani (6c, 20 m)
18. Positiv Negativ (6c, 25 m)
18A. Positiv Negativ plus (7a, + 10 m, 15 rinvii!)
19. Kranebit (7a, 40 m, molto bella)
20. Plata curta (6b+,10 m)
21. Aniei cueceni (5b, 12 m)
22. Aniei brumes (6b+, 18 m)
22A. Aniei brumes plus (6b+, + 15 m, 13 rinvii!)
23. Blo Beus (6c, 20 m)
23A. Blo Beus plus (6c, +15 m, 12 rinvii!)
24. Amez su (6a+, 25 m)
25. Blo Bel (6c+, 25 m)
26. Sgravedoz (7a, 25 m, la via più bella del settore)
26A. Sgravedoz plus (6b+, +15 m, 13 rinvii!)

Placca "Snoopy"
Bellissima roccia. Il povero settore è rimasto un po' in disparte negli ultimi anni...
Gli itinerari:
1. Kleiner Traum (6a)
2. Game Over (6c)
3. One Way (6c+)
4. Unmögliche Phantasie (6c)
5. Die Windige (6b+)
6. Papa Cool (6c)
7. Vogelnest (6c+)
8. Snoopy (6b+)
9. Ossi
10. Gerry (6b)

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