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Alex Walpoth e “Vint ani do”
di Manfred Stuffer e Alex Walpoth
Attraverso alcune foto dei fratelli Riegler venni a conoscenza della via nel Gruppo del Sella,"Vint ani do". Le immagini mostravano un enorme tetto in cui uno scalatore era appeso in assoluta esposizione. Rimasi subito affascinato e allo stesso tempo intimorito. Scalare al limite, in queste altezze, per me era inconcepibile. Solo tre anni dopo, nel 2011, ho trovato il coraggio di avventurarmi sulla via. "Vint ani do" era stata aperta da Ivo Rabanser e Stefan Comploj nel 2004. I cinque metri di tetto a 200 di altezza, i due scalatori li avevano superati in arrampicata tecnica. Ai fratelli Riegler riuscì la prima salita in libera (senza l'aiuto di chiodi o staffe). Il tetto lo valutarono con il grado 8a +. Anch’io volevo provare una salita in libera. Al primo tentativo sono caduto proprio sull’angolo del tetto. Non tanto le difficoltà tecniche, bensì l'estrema esposizione risultava essere il più grande ostacolo: non riuscivo a concentrarmi completamente sull’ arrampicata.
Al terzo tentativo, un anno dopo, finalmente il mio progetto sembrava fattibile. Nelle prime otto lunghezze, Martin ed io siamo saliti rapidamente ed in modo sicuro, ma appena raggiunto il tetto, abbiamo constatato che molti appigli erano bagnati. Una salita in libera sarebbe stata impossibile. Nonostante la delusione momentanea, mi sono reso conto che tali esperienze fanno parte dell’arrampicata in montagna. Per il successo di una scalata, oltre alle proprie capacità tecniche e fisiche, incidono anche dei fattori che non sono influenzabili. Ed è proprio questa incertezza che fa nascere in me l’attrazione per tentare queste scalate.
Il 20 ottobre 2012, il sogno di una salita in libera si è finalmente realizzato. La traversata prima del tetto l'ho superata con ancora un po’ di timidezza, ma quando mi sono trovato in orizzontale, ho dimenticato definitivamente il vuoto sotto di me. Con alcuni passaggi dinamici ho raggiunto il bordo del tetto. Ero appeso in un posto veramente irreale quanto bello. Raggiunta una buona presa, ho proseguito la scalata di nuovo in verticale. Poco dopo abbiamo raggiunto la cima, un bel pianoro erboso: un posto meraviglioso per riposare, immaginando di ripetere con la fantasia la via "Vint ani do", una via fantastica e affascinante.
Alex Walpoth